(Lettera Napoletana) Nel silenzio quasi totale delle associazioni ecologiste e dei “difensori” dell’Ambiente, il Corpo Forestale dello Stato, forza di Polizia per la tutela del patrimonio agro-forestale le cui origini risalgono all’Italia pre-unitaria, è stato sciolto ed assorbito nell’Arma dei Carabinieri.

In base al ddl del ministro per la Pubblica Amministrazione Marianna Madia, approvato come decreto legislativo dal Consiglio dei Ministri il 20 gennaio 2016, i circa 8.500 agenti del CFS saranno trasferiti ad un “Comando per la tutela Forestale Ambientale ed Agroforestale” all’interno dell’Arma dei Carabinieri; 750 di essi passeranno ad altre forze di Polizia.

Ma perché in un’epoca di grande sensibilità per la natura, con una proliferazione di associazioni e potenti lobbies ambientaliste, il governo italiano sopprime senza reazioni un corpo specializzato per la tutela dell’ambiente e del paesaggio ?

Anzitutto perché la mentalità ambientalista, di matrice gnostica, vede nella presenza dell’uomo nella natura non il vertice del Creato, ma un semplice grado di evoluzione della stessa, capace di trasformarsi in un cancro distruttore. Un Corpo come quello della Forestale, che opera nella natura antropizzata, è un ostacolo alla diffusione di questa visione.

Un libro-dossier dell’ex Comandante Regione del CFS della Campania Vincenzo Stabile (“La Forestale tradita. Perché hanno soppresso il Corpo Forestale dello Stato ?” Il Cerchio, Rimini 2016, pp. 120 € 14) spiega i retroscena della soppressione della quinta forza di Polizia italiana.

«Secondo il rapporto Eurispes 2013 – ricorda l’ex Comandante regionale del CFS – il Corpo Forestale dello Stato con il 77,1% dei consensi risulta essere il Corpo di Polizia più amato dagli italiani, al primo posto nelle classifiche di gradimento, superando l’Arma dei Carabinieri».

Non regge l’argomento della spending review addotto dal Governo. «La maggior parte delle spese che il mantenimento del Corpo comporta è costituita dagli stipendi di 8500 dipendenti,  460 milioni su 500 stanziati complessivamente, stipendi che, comunque, anche in altre Amministrazioni dovranno essere pagati», osserva Stabile.

Inoltre vi sono Regioni a Statuto speciale che hanno deciso di conservare il proprio Corpo Forestale Regionale. Quello della Sicilia – osserva Stabile – «è più numeroso e meglio pagato di quello nazionale», mentre anche alcune Regioni a Statuto ordinario, per esempio l’Emilia-Romagna, già hanno presentato proposte per la costituzione di Corpi Forestali regionali. Alla fine, la soppressione della Forestale costerà molto di più ai contribuenti del suo mantenimento.

Intanto, si continuano a tenere in vita le inutili Polizie provinciali, utilizzate perfino per la viabilità, con un’assurda duplicazione di funzioni con gli altri Corpi di Polizia.

In realtà – osserva l’autore del libro, che ha al suo attivo lo studio e la valorizzazione dell’isolotto di Vivara, uno dei crateri dai quali è formata l’isola di Procida, nel Golfo di Napoli, poi divenuta Riserva Naturale, e del Parco Naturale degli Astroni, a Napoli, minacciato dal degrado e dall’abusivismo edilizio e l’applicazione in Campania della Cites (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione) grazie ad una serie di brillanti operazioni – lo smantellamento del Corpo Forestale dello Stato era cominciato con il trasferimento alle Regioni, all’inizio degli anni ‘70 delle competenze affidate prima ad un Corpo specializzato.

Delegare alle Autorità di Bacino, alle Comunità Montane, agli Enti Parco, alle Province, e ad altri enti con consiglieri e presidenti di nomina partitica nella logica dell’occupazione di ogni incarico pubblico, era molto più conveniente e funzionale alla classe politica e si accordo con il naturalismo dei gruppi ambientalisti. (LN98/16)03/31/2016

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