(Lettera Napoletana) La figura del sacerdote fiorentino Don Lorenzo Milani (1923-1967) è oggetto di un’apologia permanente da parte dei mass-media, rilanciata ora dalle celebrazioni per il centenario della nascita e dal discorso che il Papa ha rivolto ai componenti del Comitato nazionale per le celebrazioni, presieduto dalla ex dirigente e ministro del Pd Rosy Bindi.

Teorico dell’anti-autoritarismo, nemico della famiglia tradizionale, propagandista della lotta di classe all’interno della scuola, Don Milani è stato uno dei maggiori responsabili dello scadimento qualitativo dell’insegnamento scolastico in Italia ed il cattivo maestro che ha ispirato esperienze formative negative come quella della Comunità del Forteto (Firenze), i cui fondatori sono stati condannati per abusi su minori e maltrattamenti su adolescenti disabili.

Un libro curato da Pucci Cipriani e Ascanio Ruschi (Da Barbiana al Forteto. Don Milani e il Domilanismo, Solfanelli, Chieti 2023, pp. 184, € 14) con i contributi di 12 studiosi e giornalisti, ricostruisce la personalità e la formazione del “priore di Barbiana” (dal nome della località toscana dove fondò una propria scuola) di uno dei padri della decostruzione della scuola (emblematica la sua “Lettera a una professoressa”, pubblicata nel 1967, nella quale la figura dell’insegnante viene assimilata a quella del borghese dell’analisi marxista).

«Don Lorenzo Milani (…) –scrive Cristina Siccardi – forgiò una pedagogia di carattere squisitamente socio-politico. Le su polemiche inerenti la lotta di classe, di marxiana impostazione, diedero vita ad un sistema incentrato sulla cosiddetta “presa di coscienza” da parte dei ragazzi della loro disagiata condizione proletaria».

«Il libro che dette fama a don Milaniscrive Pucci Cipriani– fu Lettera a una professoressa in cui (…) predicava una utopica scuola (…) senza registri, senza voti che vendicasse la classe proletaria. (…) tra l’altro minacciava di mandare in Siberia quei professori che avessero storto la bocca e avessero sentito nostalgia del latino».

«Pucci Cipriani – scrive lo storico Roberto de Mattei– (…) ha più volte mostrato il rapporto che lega l’ideologia di Don Milani al Forteto, la cooperativa agricola nel Mugello, nata per raccogliere bambini in difficoltà, che si è rivelata essere un luogo di stupri e violenze. Il responsabile di questa comunità, Rodolfo Fiesoli, è stato condannato a 14 anni e 10 mesi, con fine pena nel 2033, per violenza sessuale e maltrattamenti (…) Fiesoli si richiamava a Don Milani e nel 2001 era in testa alla prima marcia di Barbiana, un evento che da allora si ripete ogni anno». (LN175/24)

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