(Lettera Napoletana) Perché nel rito romano antico, detto anche Tridentino o Gregoriano, il sacerdote è rivolto verso l’altare e non verso i fedeli? Perché il celebrante pronuncia a voce bassa le parole della Consacrazione?

Sono due delle 101 domande ed obiezioni sulla Messa tradizionale alle quali risponde Don Roberto Spataro SDB, latinista e docente di lingua letteratura greca, classica e cristiana alla Università Pontificia Salesiana di Roma nel suo “La Messa del futuro”, La liturgia antica latina. Breve catechesi liturgica (Fede & Cultura, Verona 2022, pp. 96, € 14).

Il libro, con prefazione del Cardinale Raymond Leo Burke, è in forma catechistica ed affronta sinteticamente, sia per fedeli che per i seminaristi, il tema della liturgia tradizionale, che ha conosciuto negli ultimi 20 anni una grande ripresa di interesse, soprattutto grazie al Motu Proprio Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI (7 luglio 2007). Benedetto XVI ha esteso a tutti i sacerdoti la possibilità di celebrare nel rito antico, mai abrogato dalla Chiesa, e ha dato la possibilità di richiederlo a gruppi di fedeli, ma il rito tradizionale oggi è sotto attacco in seguito al Motu proprio Traditionis Custodes di Papa Bergoglio (16 luglio 2021).

La Messa Vetus Ordo (in rito antico), con la sua sacralità, ha riportato nelle chiesa migliaia di fedeli nel mondo, che si erano allontanati dopo la riforma liturgica del Concilio Vaticano II (1963), ed ha attirato i giovani, che in Paesi come gli Usa ed il Brasile sono i principali frequentatori delle Messe in rito Tridentino.

Sul motore di ricerca di Internet Google, il testo di Benedetto XVI con il Motu Proprio Summorum Pontificum è piaciuto al 93% degli utenti, contro il 12% del Traditionis Custodes di Papa Bergoglio, che ha l’obiettivo di marginalizzare fino a farla scomparire la Messa che è stata degli Apostoli e dei grandi santi della Chiesa cattolica.

Dopo l’uscita del “Traditionis Custodes” in Italia si combatte diocesi per diocesi, per iniziativa dei Coetus Fidelium (Gruppi di fedeli), in difesa delle Messe celebrate, che adesso sono sottoposte all’autorizzazione dei Vescovi, mentre per i sacerdoti che intendono cominciare a celebrare con il rito antico occorre addirittura un permesso del Vaticano.

Secondo dati ufficiosi, tuttavia, in Italia il numero di messe Vetus Ordo regolarmente celebrate dopo il Traditionis Custodes resta più o meno stabile mentre si moltiplicano le Messe “clandestine”, celebrate senza il permesso di Vescovi ostili.

Nonostante il tentativo di sradicarla, la messa Tridentina resiste ed attira con la sua bellezza le nuove generazioni. La definizione di “Messa del futuro”, che dà il titolo al libro di Don Roberto Spataro è di un chierichetto, generazione dei millennials, che serviva il rito antico nella basilica di San Pietro. “A me piace la nuova Messa”, disse il bambino. Per lui il futuro è il ritorno alla Tradizione. (LN163/22)