(Lettera Napoletana) Un gruppo di aderenti ai cosiddetti “Centri sociali” ha inscenato una manifestazione il 26 ottobre scorso nella sede della Camera di Commercio di Napoli, dove è collocato un busto del generale piemontese Enrico Cialdini, il responsabile dello spietato bombardamento di Gaeta e dei massacri dei cosiddetti briganti che combattevano contro l’occupazione. Il busto di Cialdini è stato avvolto da rotoli di carta igienica a beneficio di fotografi ed operatori tv convocati sul posto.

Il giorno scelto dagli attivisti dei “Centri sociali”, che si fanno chiamare “antagonisti” è stato quella della presentazione del programma della lista “Noi con Salvini” in vista delle comunali della prossima primavera a Napoli.

Salvini è come il generale del Regio Esercito Enrico Cialdini, simbolo della guerra conquista che l’esercito sabaudo ha condotto contro il Sud Italia”, hanno detto ai giornalisti gli aderenti ai Centri sociali (“Roma “27.10.2015).

La sera del 26 ottobre gli attivisti dei cosiddetti “Centri sociali” sono andati a contestare con i soliti slogan (“Ora e sempre Resistenza”, “Né con Renzi, né con Salvini”), bandiere rosse e fumogeni la manifestazione della lista “Noi per Salvini” al Teatro Tenda di Napoli.

Alleati del sindaco De Magistris, che ha regalato ai cosiddetti “Centri sociali” altri edifici pubblici in aggiunta ai 25 già occupati illegalmente a Napoli (nell’indifferenza di questura e Procura), presenti con propri esponenti nella lista dell’attuale sindaco di Napoli alle scorse elezioni, i “Centri sociali” si preparano a sostenerlo nella prossima campagna elettorale per le Comunali. E “scoprono” Cialdini e l’“invasione piemontese “per un’operazione di marketing elettorale con l’obbiettivo di raccogliere consensi tra i napoletani che negli ultimi anni hanno preso coscienza della propria storia.

Ma si tratta di una mistificazione grossolana. L’invasione del Sud e Cialdini sono la conseguenza del cosiddetto “Risorgimento”, prodotto dall’ideologia liberale, che ha utilizzato come strumento la dinastia dei Savoia. L’obbiettivo finale del “Risorgimento” era l’aggressione allo Stato Pontificio, del quale il Regno delle Due Sicilie era il baluardo più importante. Guido Vignelli ed Alessandro Romano hanno messo a fuoco obbiettivi e conseguenze del processo di unificazione italiana nel loro “Perché non festeggiamo l’unità d’Italia” (Editoriale Il Giglio, Napoli 2011)

Del “Risorgimento “ sono stati vittime non solo i meridionali che vivevano nel Regno delle Due Sicilie, lo Stato più potente dell’Italia pre-unitaria, ma anche i Toscani, i Veneti, gli abitanti dello Stato Pontificio, quelli del Ducato di Parma, tutti annessi al Piemonte con la violenza della conquista militare suggellata da falsi plebisciti.

La Lega Nord e Salvini – va detto chiaramente – non c’entrano niente con questo processo, e non solo per una questione anagrafica, ma perché la Lega è una delle facce del malessere creato dall’unificazione.

Con altrettanta chiarezza bisogna aggiungere che il programma dei “Centri sociali” (immigrazione illimitata, tasse più alte per finanziare il reddito di cittadinanza, assistenzialismo, matrimoni omosessuali) è molto più dannoso per l’identità culturale del Sud di quello della Lega.

Certamente i meridionali non possono affidarsi a Salvini ed alla Lega per il proprio riscatto e possono sperare solo in una nuova classe politica, che abbia le radici piantate nella propria storia e nella propria tradizione.

Ma meno che mai possono sperare nei marxisti dei “Centri sociali”, braccio violento del pensiero unico dominante, che sostituiscono l’oppressione dell’ideologia comunista al liberalismo e nel demagogo Luigi De Magistris.

Dopo aver intitolato all’ex segretario del Pci Berlinguer (altra operazione di marketing politico) un tratto di via Toledo, De Magistris adesso propone di nominare senatore a vita l’avvocato giacobino Gerardo Marotta, dilapidatore di enormi risorse pubbliche destinate alla cultura napoletana, con il suo Istituto italiano per gli studi filosofici, (“Il Mattino“ 27.10.2015). Intanto Il Comune di Napoli finanzia il progetto  “Il Resto di niente, dedicato – (parole dell’assessore alla cultura Nino Daniele “all’eroina e martire della Rivoluzione partenopea Eleonora Pimentel Fonseca” e destinato agli studenti delle scuole napoletane. Il progetto “Il Resto di niente“ (dal nome di un romanzo dove alla storia vera si sostituisce la fantasia) sarà presentato il 30 ottobre dal Comune di Napoli e dalla Regione Campania con la proiezione del film tratto dal romanzo girato 10 anni fa. (LN93/15)