(Lettera Napoletana) Il Principe di Canosa guardava oltre il suo tempo, ed intravedeva lucidamente le conseguenze degli errori (la “politica dell’amalgama” di Ferdinando IV che recuperava i funzionari compromessi con i giacobini e poi con i seguaci di Murat) ed i limiti della reazione di Austria ed Inghilterra seguita agli sconvolgimenti causati in Europa da Napoleone Bonaparte.
Ad Antonio Capece Minutolo, Principe di Canosa (1768-1838) è dedicato il saggio di Gianandrea de Antonellis appena pubblicato dall’Editoriale Il Giglio (Il Principe di Canosa profeta delle Due Sicilie, Napoli 2018, pp. € 12).
Il libro è stato presentato il 21 aprile all’Hotel Renaissance Mediterraneo di Napoli dallo studioso di Dottrine politiche Guido Vignelli, dal prof. Gennaro De Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico, e da Marina Carrese, presidente della Fondazione Il Giglio.
“Sorprendente è la lucidità con cui il Canosa individuò i fattori dissolutori che, decenni dopo, avrebbero portato il Regno napoletano alla caduta – ha detto nel suo intervento Guido Vignelli – ad esempio, il principe notò che i Re dell’epoca della Restaurazione non avevano imparato molto dalle sciagure subìte per colpa della Rivoluzione francese e della conseguente politica napoleonica. Essi si ostinavano a continuare sia la politica culturale dell’Illuminismo sia la politica istituzionale dell’assolutismo, le quali avevano indebolito la monarchia separandola non solo dalla nobiltà e dalla Chiesa ma anche dal popolo, come avevano testimoniato le insorgenze popolari in Francia, Spagna, Tirolo, ma anche in Lombardia, Toscana, Romagna e nel Meridione italiano”.
Canosa era – utilizzando una felice definizione coniata per Joseph de Maistre (1753-1821) – un personaggio che ha condiviso il destino profetico del Principe – uno “storico dell’avvenire”, cioè era capace di utilizzare la lezione della storia ( “una politica sperimentale”, secondo la celebre definizione demestriana) per leggere il futuro. (LN122/18)
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Principe di Canosa (301.9 KiB)