(Lettera Napoletana) Una nuova pioggia di milioni sta per cadere sull’ “Istituto italiano per gli studi filosofici”, fondato da Gerardo Marotta, che vedrà ripianati dallo Stato tutti i debiti accumulati . Lo ha annunciato lui stesso in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno (10.1.2015); «I ministeri dei Beni culturali e dello Sviluppo hanno dato incarico di calcolare tutti i debiti. Questa iniziativa, seguita anche dal senatore Sergio Zavoli ci dà grande fiducia (…) entro un mese dovrebbero esserci buone notizie», ha detto Marotta, 87 anni, un avvocato amministrativista specializzato in espropri, che dal 1975, insieme ad alcuni nipoti e ad un ristretto numero di collaboratori, gestisce enormi finanziamenti di denaro pubblico.

Nell’autunno dell’anno scorso 680mila euro sono stati assegnati dall’Unione Europea a Marotta per la biblioteca dell’Istituto, che sarà ospitata in un immobile appositamente ristrutturato in piazza S. Maria degli Angeli, a Napoli, la stessa dove ha sede Palazzo Serra di Cassano, concesso in comodato d’uso alla fine degli anni ’70 a Marotta dall’allora ministro per i Beni culturali, il democristiano Enzo Scotti.

L’ammontare complessivo dei finanziamenti pubblici intercettati in questi 40 anni di attività dall’Istituto di Marotta non si conosce. Nel 1993 Ciampi gli erogò un finanziamento di 10 miliardi di vecchie lire, come di recente ha ricordato lo stesso Marotta (“Corriere del Mezzogiono”, 17.7.2014). Le leggi finanziarie degli anni ‘90 erogavano all’Istituto filosofico, una realtà totalmente privata, diversi miliardi di lire all’anno. Ad essi si aggiungevano, in un’epoca precedente a quella del tetto di spesa per gli Enti locali, i finanziamenti della Regione Campania, e quelli del Comune di Napoli, allora guidato da Antonio Bassolino, con il quale Marotta organizzò nel 1999 le celebrazioni per i 200 anni della repubblica giacobina del 1799. In quella occasione lo Stato affidò a Marotta 2 miliardi di vecchie lire, mai rendicontati. Senza risposta rimase la richiesta di rendere pubblico il bilancio del “Comitato per la verità storica”, composto da studiosi italiani e stranieri, dell’Editoriale Il Giglio e del Movimento Neoborbonico.

Nonostante i tagli agli investimenti culturali e la spending review imposta ai ministeri negli ultimi anni, il fiume di denaro diretto a Marotta non si è mai interrotto grazie al sostegno di una lobby di politici, intellettuali e giornalisti che continua a presentare l’Istituto per gli Studi filosofici come un’eccellenza della cultura.

L’8 aprile 2014 il Consiglio comunale di Napoli ha votato una delibera che definisce l’Istituto di Maortta “un bene comune della città di Napoli di rilievo nazionale ed internazionale”. La definizione, voluta dal sindaco Luigi De Magistris, ricambiato con elogi pubblici da Marotta, è la stessa adottata per l’azienda dell’acquedotto di Napoli, ex Arin, ribattezzata “ABC- Acqua Bene Comune”. L’azienda è in passivo ed impone le tariffe più alte d’Italia, mentre nel 2014 uno studio del governo Usa destinato ai militari residenti in Campania l’ha definita rischiosa per la salute in diversi punti della rete idrica.

Ai continui insulti rivolti da Marotta a Napoli ed al suo popolo, con l’alterigia di vecchi e nuovi giacobini [«Qui hanno ammazzato gli intellettuali e al loro posto hanno messo luridi capibriganti (..) è questa la chiave per capire la Napoli di oggi» (Corriere del Mezzogiorno 17.7.2014)], lo Stato italiano risponde con nuova e massicia erogazioni di denaro pubblico. Intanto, a Napoli il Museo Filangieri, embrione di Museo Civico della città, chiude parte delle sale per mancanza di fondi e quello di San Martino, dove si trovano dipinti ed arredi della storia delle Due Sicilie, apre a giorni alterni.

Nessuno, tra i politici e gli intellettuali “meridionalisti”, ora pronti all’avventura elettorale, ha avuto finora il coraggio di chiedere un rendiconto dei finanziamenti pubblici ricevuti in 40 anni da Marotta. Nessuno di tracciare un bilancio su quanto ha realmente prodotto per la cultura un Istituto che non ha formato un solo studioso di rilievo, né realizzato una ricerca di qualche valore, ma ha dispensato gettoni a centinaia di conferenzieri che hanno fatto da specchietto per le allodole. (LN84/15)