Il prof. Átila Amaral Brilhante è docente di Filosofia politica all’Universidade Federal do Ceará e dottore di ricerca all’University College London (UCL).

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(di Átila Amaral Brilhante) ll presidente Jair Bolsonaro è stato eletto nel 2019 contrastando l’agenda delle “minoranze identitarie”, l’aborto, ed il fondamentalismo ambientalista. In campagna elettorale promise di combattere la criminalità organizzata, privatizzare e decentralizzare funzioni (“più Brasile, meno Brasilia”). Il Senato, il Tribunale Supremo Federale (STF), i grandi mass-media, gli ambienti artistici e culturali, e le migliaia di sindacati di sinistra sono implacabili contro il suo Governo. Inoltre, Bolsonaro ha subito forti pressioni internazionali durante la pandemia da Covid-19.

Di fronte a tutto questo, vale la pena di chiedersi se una sua rielezione il 2 Ottobre prossimo è possibile? La risposta è affermativa, e le ragioni sono le seguenti:

1. In Brasile il tasso di disoccupazione rimane alto, ma è in diminuzione. L’Economia brasiliana nel 2012 è cresciuta del 4,6% ed il real è la valuta che si è maggiormente apprezzata sul dollaro nel 2022. Le banche pubbliche controllate dal Governo stanno finanziando molte iniziative economiche. L’inflazione è aumentata, ma molto meno che in Europa e negli Usa. La congiuntura mondiale rende difficile la crescita, ma la politica di Bolsonaro ha evitato il fallimento di molte imprese. Inoltre, l’attuale presidente ha esteso il trasferimento di risorse ai più poveri.

2. Bolsonaro ha fatto diventare una priorità la conclusione delle infrastrutture viarie ed idriche avviate dai Governi precedenti. Ciò ha consentito di ampliare e migliorare molte autostrade e di triplicare quasi la rete ferroviaria. Camionisti e motociclisti lo sostengono perché hanno ottenuto una riduzione delle tasse e dei pedaggi. E ci sono centinaia di opere pubbliche realizzate, che non sono state ancora pubblicizzate.

Ma il presidente ha stretto accordi con l’ala più pragmatica dei deputati al Congresso e si è iscritto ad un partito (Il PL, Partido Liberal) che disporrà di spazi in tv ed alla radio ed avrà denaro per la campagna elettorale. La legge brasiliana prevede che i finanziamenti del fondo elettorale ed il tempo a disposizione dei candidati alla presidenza in tv ed in radio sono in proporzione al numero di parlamentari eletti dal partito al quale appartengono.

Bolsonaro avrà quindi più soldi e più tempo per la propaganda elettorale di quanto ne ha avuto nel 2018. Potrà far conoscere al Paese le opere pubbliche realizzate, e questo potrà aiutarlo a farsi rieleggere. I parlamentari che volevano cambiare partito hanno avuto tempo di farlo fino a marzo ed il PL è il partito che ha raccolto più adesioni. Dunque, i parlamentari debbono aver valutato che il presidente uscente abbia chances di rielezione.

3. Il Governo Bolsonaro ha rallentato la spirale degli omicidi che ha segnato gli anni della sinistra al potere, ma non è riuscito a fermarla, come avrebbe voluto. I sequestri di droga sono aumentati notevolmente, e si è avuta una riduzione significativa delle occupazioni di terreni, il che ha tranquillizzato gli imprenditori agricoli. C’è stata una consistente distribuzione di titoli di proprietà terriera nelle campagne e, durante la pandemia, la libertà delle piccole imprese è stata difesa dal presidente. Per molti elettori la sua riconferma è utile per contenere la criminalità e proteggere il Brasile dall’accerchiamento dei Paesi socialisti latino-americani.

 

Alle elezioni presidenziali del 2 Ottobre potenti forze politiche attaccheranno il Governo federale per cacciare via Bolsonaro, ma lui potrebbe riuscire a resistere per le ragioni che abbiamo illustrato. (LN163/22)