Santo napoletano per eccellenza, la cui devozione è diffusa in tutto il Sud, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori rappresenta nel più alto grado la spiritualità, la sensibilità, la profondità dell’identità religiosa e culturale delle popolazioni meridionali. Autore di un’imponente mole di opere teologiche, ascetiche e dogmatiche, Sant’Alfonso scrisse anche numerosi testi di preghiera che sono divenuti punto di riferimento assoluti per l’intera spiritualità cattolica.

Ne mettiamo a disposizione dei nostri lettori alcuni tra i più noti, scaricabili in formato pdf, predisposti per essere stampati in forma di opuscolo, per renderne più facile l’uso.

 

 

 

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (1696 – 1787)

Alfonso Maria nacque a Marianella, presso Napoli, il 27 settembre 1696.
Primo degli otto figli della famiglia di Giuseppe de’ Liguori, nobile cavaliere del seggio di Portanuova ed ufficiale superiore della Marina militare, e di Anna Maria Caterina Cavalieri, di origini brindisine.

La sua educazione, affidata a precettori di grande ingegno tra cui il pittore Francesco Solimena, comprendeva lo studio del latino, del greco, della filosofia e delle scienze matematiche, e delle lingue colte dell’epoca, il francese e lo spagnolo. Divenne abile anche nell’equitazione, scherma, musica, disegno, pittura ed architettura.
Mente feconda e precocissima, a soli dodici anni Alfonso s’iscrisse all’Università di Napoli, dopo aver sostenuto un esame di retorica con il filosofo e storico Giambattista Vico (1668-1744), e conseguì il dottorato in Diritto civile e canonico nel 1713. Iniziò l’esercizio della professione di avvocato all’età di sedici anni, grazie ad una speciale dispensa vicereale, e in otto anni non perse una causa.

Dedito nel contempo anche alle opere spirituali, nel 1715 entrò nella Pia Unione dei Dottori, dedicandosi all’assistenza degli ammalati poveri ricoverati nell’ospedale napoletano di Santa Maria del Popolo, detto degli Incurabili. La sua vita ebbe una svolta definitiva in seguito ad un insuccesso professionale che gli fece riconsiderare il proposito giovanile di abbracciare il sacerdozio. Il 27 agosto 1723 depose lo spadino di Cavaliere ai piedi della statua della Madonna della Mercede e il 27 ottobre 1724 entrò come novizio nella Congregazione delle Apostoliche Missioni. Il 21 dicembre 1726, all’età di trent’anni, ricevette l’ordinazione sacerdotale.

Il carattere concreto e la particolare capacità di penetrazione dell’animo umano lo portano a rivolge la propria opera pastorale al popolo, ed in particolare a quello minuto, afflitto da problemi immediati che ne scuotevano la fede e dall’attacco di nuovi movimenti culturali e religiosi, come l’illuminismo e il giansenismo, che miravano a recidere i legami tradizionali.

La battaglia contro il giansenismo impegnò profondamente Alfonso per preservare nel popolo la fede e la devozione a Maria e radunò intorno a lui numerosi religiosi e laici.

Sin dal 1727 avvia quella grande opera di apostolato dei poveri e degli umili conosciuta col nome di Cappelle serotine. Le riunioni serali davanti alla Chiesa di Santa Teresa degli Scalzi, che raccoglievano i fedeli dei ceti più popolari per ascoltare le Verità di Fede spiegate con semplicità, divennero in poco tempo un cardine della vita cittadina, richiamando ascoltatori di ogni estrazione. All’insegnamento delle Cappelle serotine è attribuito il merito di aver costruito e consolidato soprattutto nei ceti umili quell’identità cristiana e tradizionale che, nel 1799, fu il motore dell’eroico comportamento dei lazzari napoletani di fronte all’invasione dei rivoluzionari francesi aiutati dai traditori della repubblica giacobina partenopea.  Sant’Alfonso de’ Liguori fu per il Regno di Napoli l’ispiratore della Santa Fede allo stesso modo in cui San Luigi Maria Grignion di Montfort (1673-1716) preparò la Vandea agli eventi del 1789.

Intensa fu anche la sua attività missionaria nei paesi vesuviani e dell’Appennino tra Campania e Puglia. Nel 1730, convalescente da una malattia polmonare, mentre risiedeva a Scala di Ravello, sulla costiera amalfitana, ebbe modo di conoscere la realtà dei pastori e delle popolazioni locali, abbandonate e prive di aiuti spirituali. L’urgenza di un’opera di evangelizzazione rivolta proprio a i ceti più bisognosi sul piano spirituale lo portò a concepire l’idea di fondare una congregazione che si facesse carico di questa necessità. Nel 1732, proprio a Scala, nasce la Congregazione del Santissimo Salvatore, poi denominata del Santissimo Redentore, la cui regola sarà approvata da papa Benedetto XIV il 25 febbraio 1749.

Profondo esegeta e teologo, Sant’Alfonso ha lasciato un’imponente produzione letteraria che conta centoundici opere ascetiche, dogmatiche, morali ed apologetiche. Tra esse vanno ricordate le Visite al SS. Sacramento (1745), Le Glorie di Maria (1750), Apparecchio alla morte (1758), Del gran mezzo della preghiera (1759), la Pratica di amare Gesù Cristo (1768). Ad oggi, si calcola che le sue opere siano state tradotte in oltre 70 lingue e che abbiano avuto circa ventimila edizioni; Le glorie di Maria è l’opera mariana che ha avuto il maggior numero di edizioni in assoluto: oltre un migliaio dal 1750. 

Valente musicista e compositore, fu anche autore di alcuni dei canti religiosi più conosciuti, come Tu scendi dalle stelle, composto nel 1755 durante una missione a Nola. Meno nota è la versione originale in lingua napoletana intitolata Quanno nascette Ninno [entrambi i canti sono disponibili nella pagina Download/Musiche, nell’esecuzione del Coro Polifonico San Leucio].
Nel 1762, Sant’Alfonso fu nominato vescovo di Sant’Agata de’ Goti da papa Clemente XIII. Resse la diocesi con totale dedizione e con attenzione sia ai bisogni spirituali che materiali dei fedeli e avviando la riforma spirituale del clero. Nel 1775, a causa dell’età avanzata e delle sofferenze dovute alla grave artrosi che lo affliggeva, rinunciò alla dignità episcopale e si ritirò nella casa dei Padri Redentoristi di Nocera de’ Pagani (oggi nel Comune di Pagani, SA), dove rimase fino alla morte, il 1° agosto 1787.

Il processo di canonizzazione ebbe inizio dopo soli nove mesi. Nel 1815 fu proclamato Beato e nel 1839 fu canonizzato. Infine fu proclamato Dottore della Chiesa (Doctor Zelantissimus) nel 1871, da papa Pio IX, a soli ottantaquattro anni dalla morte. Pio XII, nel 1950, gli conferì il titolo di celeste Patrono di tutti i confessori e moralisti.

 

Testi di S. Alfonso disponibili:

Via Crucis   

S. Alfonso de' Liguori - Via Crucis (91.3 KiB, 1113 downloads)

Visite al SS. Sacramento e a Maria SS.ma  

S. Alfonso de' Liguori - Visite al SS. Sacramento (363.6 KiB, 1351 downloads)

 

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