Le Pagine scelte sono estratti di libri di diverso argomento, sia fuori commercio che facilmente reperibili, che forniscono al lettore un quadro sintetico, ma il più completo possibile, su di un particolare tema.

Spaziano tra storia, filosofia, scienza, politica, Magistero della Chiesa, attualità, per formare una piccola antologia del pensiero non omologato al relativismo culturale, con l’aiuto di autori di indiscutibile spessore, noti e meno noti, composti in agili fascicoli rilegabili.


 

Risorgimento, unità italiana e nazione europea

PS_risorgimentoL’articolo, scritto dal prof. Giovanni Turco e pubblicato con lo stesso titolo in Anales de la Fundación Francisco Elías de Tejada (Fundación Francisco Elías de Tejada, Madrid, anno VII/2001), affronta il delicato tema dell’appartenenza ad una nazione o ad una patria, dando una precisa definizione di concetti spesso usati in maniera impropria, se non volutamente mistificante.

Non sempre, confini geografici o eventi storici comuni determinano la nascita di una nazione; spesso popoli raccolti in un unico Stato non condividono anche l’appartenenza ad una patria. Infatti, nel testo proposto l’Autore spiega che:

L’ideologia della nazionalità (…) si presenta con i caratteri di una rescissione di legami con l’autentica storia italiana, particolar­mente con quella che deriva dalla tradizione religiosa, culturale e civile del cat­tolicesimo, per dar luogo ad una pretesa rigenerazione totale (che trasformi radicalmente la mentalità e i costumi), in modo da trasmutare integralmente il passato (salvo eventualmente un suo frammento, più o meno lontano, mitiz­zato quasi ad essere paradigma ipostatizzato). […]

Ben si intende che tale idea di nazionalità non presenta se non giustifica­zioni meramente autopostulatorie e funzionali ad una prassi rivoluzionaria: esi­ge una sorta di adesione irrazionale e si autoesalta in un preteso riscatto fina­le. Insomma non dimostra ma si mostra; non offre ragioni ma si presenta come la ragione. Il suo pensiero si trasfonde in una prassi, e viceversa. Ma questa imponendosi si palesa foriera di conflitti sia nei confronti di tutto ciò che essa intende cancellare, sia nei confronti di progetti ideologici divergenti pur se omologhi.[…]

La «patria reale» consta di un tessuto di legami naturali e storici, di affetti e di soli­darietà, di giustizia e di interessi, di fiducia e di doveri che – osserva il Taparelli­ «nasce dal focolare domestico e sale mano mano per via di naturali incrementi fino al governante supremo. Tutto in questa patria è naturale: la famiglia d’onde germo­glia, il municipio in cui si sviluppa, gli interessi ed affetti che molti municipi collegano, la persona visibile che tutti li governa». Tali vincoli personali e socia­li, che radicano in una cultura ed in una tradizione costituiscono un concreto e visi­bile, «naturale organismo della umana associazione» determinata e particolare. Essa è in definitiva come l’atmosfera in cui la persona umana può autenticamente svilupparsi ed essere partecipe e fomite di una civiltà e di una cultura.[…]

La nazione, difatti, «società essenzialmente organica», è realtà storica e come tale contingente. Essa – come osserva il Curci – è «frutto del lento lavorio dei secoli, che ne vengano a poco a poco assimilando gli svariati elementi, fino a condurli a quella maniera di omogeneità, che alle parti è indispensabile per formare un tutto natu­rale e quasi spontaneo». Ove – precisa il Taparelli nel suo Saggio teoretico di dirit­to naturale – «la comunità di origine, di lingua, d’istituzioni pubbliche e di territorio» ha la sua radice naturale nella continuità delle generazioni attraverso l’integrità della vita familiare ed il comune riferimento ad una tradizione religiosa, civile e culturale.[…]

Nazione, pertanto, non si identifica per se stessa con Stato, né con una idea astrat­ta o da attuare in un avvenire più o meno lontano. Né la sua unità va confusa con l’unità di sistema politico. Tanto meno, quindi, la nazione reale assurge per se stessa al ruolo di levatrice della storia universale.

(Per leggere tutto il testo clicca qui e scaricalo dalla sezione 10 – Pagine scelte) 

Il prof. Giovanni Turco è ricercatore presso la cattedra di Filosofia politica dell’Università di Udine. Autore di monografie di filosofia teoretica e di studi filosofico-giuridici e di storia, in particolare sul pensiero di Francisco Elías de Tejada e di Galvao de Sousa, e collabora con riviste specializzate italiane e straniere.

Per l’Editoriale Il Giglio ha curato il saggio Brigantaggio legittima difesa del Sud (2000), nel quale sono raccolti gli articoli pubblicati dalla rivista dei Gesuiti La Civiltà Cattolica tra il 1860 e il 1870, impreziositi dall’indicazione dei rispettivi autori che, all’epoca, pubblicavano in forma anonima. Insieme ad altri, inoltre, è autore dei volumi Napoli e le Spagne (1999) e La difesa del Regno. Gaeta, Messina, Civitella del Tronto (2001). In più occasioni, inoltre, ha tenuto conferenze e ha preso parte a convegni organizzati dall’Editoriale Il Giglio, sui temi del risorgimento, dell’unificazione italiana e della fine del Regno delle Due Sicilie.