Quando comincia la vita di un essere umano?

La scienza non ha dubbi: la vita inizia con la fecondazione dell’ovulo (il gamete femminile) da parte dello spermatozoo (il gamete maschile). Questo evento avvia un processo, senza soluzione di continuità e senza “salti di qualità”, finalizzato alla formazione completa di un essere umano.

Il processo inizia con la composizione del DNA, cioè del codice genetico, che contiene circa sei milioni di caratteristiche che connoteranno il nuovo essere umano, in una sequenza unica ed irripetibile, mutuata attraverso un complesso meccanismo di scomposizione, ricostruzione e assemblamento dai codici genetici paterno e materno, custoditi nei gameti originari. Il DNA guiderà la formazione di cellule, di tessuti differenziati, di organi e sistemi, di strutture morfologiche.

Dopo la composizione del DNA, che avviene in circa 20 ore a partire dalla fecondazione, l’embrione attraversa rapidamente le prime fasi di sviluppo che devono condurlo, in 5 giorni, ad annidarsi nell’utero materno, dove sarà nutrito e protetto per i nove mesi successivi.  

I primi 5 giorni di esistenza del bambino sono quelli su cui si concentra la violenza della cosiddetta “contraccezione d’emergenza“, che in realtà provoca aborti precoci nel 20% dei casi (vedi qui e qui).

Sulle prime fasi dello sviluppo embrionale, che avvengono nel segreto del grembo materno, senza che la madre ne sia consapevole, la propaganda abortista ha sempre cercato di intorbidire le acque, prima con il concetto di “pre embrione”, totalmente destituito di fondamento scientifico ed infatti cancellato in breve tempo, e poi tentando di spostare in maniera pretestuosa sempre più avanti il momento di inizio della vita umana: fecondazione no, annidamento sì, meglio ancora differenziazione dei “foglietti embrionali” (14° giorno).

Lo scopo è evidente: impedire di giungere ad una definizione giuridica dello statuto dell’embrione, che lo riconosca essere umano vivente sin dal concepimento. Se così fosse, sarebbe arduo continuare a mentire sulla pratica dell’aborto e si dovrebbe affermare apertamente che essa consiste nell’uccisione di un bambino.

Il grande inganno infatti è ripetuto in tutte le leggi che legalizzano l’aborto. In quella italiana, la legge 194/78, per esempio, l’articolo 1 recita: “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.

Come è stato possibile fare questa affermazione all’inizio di una legge che ha provocato la morte di sei milioni di bambini? Facile: è bastato non indicare quando la vita umana ha inizio! 

 

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Tredici settimane di vita

Ogni aborto uccide un bambino

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