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La prospettiva dei fabbricati della colonia di Battipaglia, i cosiddetti “compresi”, realizzata dall’ing. Errico Dombrè, direttore dei lavori. (A.S.S. – Genio Civile, fasc. 135)

 

Il repertorio di opere pubbliche realizzate durante il regno di Ferdinando II di Borbone fu vastissimo e grandioso.

Sovrano lungimirante ed interessato all’innovazione, determinato a mantenere e ad ampliare l’indipendenza del Regno, anche dal punto di vista tecnologico e produttivo, Ferdinando diede forte impulso all’economia in generale e al settore industriale in particolare, nei trent’anni del suo governo, tra il 1830 e il 1860.

Le opere pubbliche furono uno dei capitoli maggiori di quel trentennio durante il quale furono progettate e portate a termine nuove infrastrutture, strade, mezzi di comunicazione.
La spinta propulsiva di un paese giovane e vivace doveva essere sostenuta anche dalla maggiore produzione agricola, da una maggiore disponibilità di cibo, dal conseguente miglioramento dello stato di salute della popolazione e dalla più alta natalità. Per questo le bonifiche delle aree paludose furono uno dei maggiori impegni del governo ferdinandeo, nel quale, secondo la buona prassi amministrativa borbonica, i fondi pubblici e la partecipazione privata, fece nascere città ed interi comprensori.

La fondazione della città di Battipaglia, in provincia di Salerno, è un esempio chiarissimo della saggezza delle scelte e della capacità gestionale della monarchia borbonica.

Il testo che presentiamo, un estratto del quale fu pubblicato su L’Alfiere, prendendo spunto da una ricerca di Cestaro, ricostruisce le tappe della nascita di Battipaglia, nella Piana del Sele, grazie al recupero delle zone paludose circostanti.

La storia dei lavori di bonifica e di costruzione dei “compresi”, il primo nucleo edilizio del paese, si intreccia con il disastroso terremoto di Melfi del 1857 e con l’emergenza in cui si vennero a trovare le popolazioni lucane.

Il progetto in corso d’opera fu immediatamente e mirabilmente adattato alle nuove condizioni, restituendo la speranza e la prospettiva di una crescita sociale a quelle povere genti rimaste senza più nulla.

Speranze e prospettive che, però, si infransero per sempre nell’estate del 1860.

I popoli delle Due Sicilie non poterono proseguire sulle strade tracciate ma furono costretti a seguire le “sorti magnifiche e progressive” imposte dei liberatori italiani.

 

Il testo “Battipaglia nascita di una colonia“, di Marina Carrese, è disponibile nella pagina del Download/Documenti di storia delle Due Sicilie  oppure cliccando qui

Battipaglia, nascita di una colonia
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