Danton 

regia: Andrzej Wajda

sceneggiatura: Andrzej Wajda, Jacek Gasiorowski, Boleslaw Michalek, Jean-Claude Carrière, Agnieszka Holland

con: Gérard Depardieu, Wojciech Pszoniak, Anne Alvaro

produzione: Les Film du Losange/ Gaumont / Tf 1 Film Production / Sfpc (Paris) Film Polski (Varsavia)

Germania – Francia – Polonia,  1983 (136 min)

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La Rivoluzione francese come tappa del processo rivoluzionario

Il film rappresenta molto bene alcuni aspetti della Rivoluzione francese all’interno del più ampio processo rivoluzionario che ha sconvolto la Cristianità e l’Occidente a partire dalla Riforma Protestante, che è proseguito con il comunismo (Rivoluzione bolscevica) e che attualmente si è rivolto all’interno dell’uomo (droga, omosessualismo, diffusione della cultura della morte con aborto ed eutanasia). 

L’ambientazione è nel novembre 1793. Georges Jacques Danton (1759-1794), già deputato alla Convenzione per la Montagna, una delle componenti rivoluzionarie più radicali, torna a Parigi dal suo paese di origine. Dal mese di settembre è cominciato il Terrore e Danton si scontra con il Comitato di Salute Pubblica guidato da Robespierre e dal ministro di polizia Saint-Just.

Nella notte tra il 9 ed il 10 Germinale (i rivoluzionari avevano modificato il calendario), corrispondente al 29-30 marzo 1794, Danton viene arrestato insieme ad altri esponenti dell’ala della Rivoluzione divenuta ormai “moderata” di fronte all’avanzata del processo rivoluzionario, processato, e ghigliottinato nel giro di una settimana.

Ciascuna tappa della Rivoluzione (il termine è da intendersi come processo e non come singolo episodio rivoluzionario) contiene in sé i germi di sviluppo delle fasi successive.

Ciò è stato illustrato con grande chiarezza dal prof. Plinio Correa de Oliveira nel suo fondamentale saggio Rivoluzione e Contro-Rivoluzione. «Nelle prime negazioni del protestantesimo (…) erano già impliciti gli aneliti anarchici del comunismo (…) tutti gli elementi imponderabili dell’esplosione luterana portavano in sé , in modo autentico e pieno, sebbene implicito, lo spirito di Voltaire e di Robespierre, di Marx e di Lenin».

Infatti tra i rivoluzionari francesi si diffondono le teorie di Babeuf, fautore del comunismo, e durante il Terrore la proprietà privata viene attaccata con la tassa sulle ricchezze e con la legge sullo scioglimento delle società anonime.

Nel film il regista Andrzej Wajda ci mostra la casa di Danton, che accoglie diversi ospiti. In una stanza ci si prepara, sotto l’effetto dell’alcool, ad un’orgia. In un’altra si sta svolgendo una seduta spiritica. Sono quadri di grande efficacia, che mostrano le tendenze ulteriori presenti, nella Rivoluzione francese, e che lasciano intuire gli ulteriori sviluppi del processo.

Danton vorrebbe fermare alcune delle conseguenze della Rivoluzione, come il Terrore, ma viene scavalcato “a sinistra”. Su posizioni più radicali di lui sono Robespierre, Hébert, Babeuf, ecc. «De l’audace, encore de l’audace, toujours de l’audace!» è una delle citazioni più note del rivoluzionario francese.

La Rivoluzione ad alta velocità sarà comunque sconfitta. Robespierre finirà anch’egli ghigliottinato con diversi seguaci e, dopo il picco del Terrore, la Rivoluzione farà un passo indietro.

Ma le sue componenti più radicali costituiscono delle avanguardie. Le loro posizioni sono altrettante bandiere innalzate, per le tappe successive della Rivoluzione.

Spiega infatti il prof. de Oliveira che «il processo rivoluzionario si manifesta con due diverse velocità. L’una, rapida, è generalmente destinata al fallimento sul piano immediato. L’altra è stata abitualmente coronata da successo ed è molto più lenta» (Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, cap.VI p. 85)

Il film di Wajda si apre e si chiude molto significativamente con un bambino costretto a recitare la Dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del Cittadino, il manifesto ideologico della Rivoluzione francese approvato nel 1789.

Si tratta di una teorizzazione astratta di diritti e di concetti politici in gran parte contrari all’ordine naturale e cristiano. È la società teorizzata dai rivoluzionari, che non può che essere imposta che con la violenza ed infatti il bambino del film viene obbligato a recitare la Dichiarazione sotto minaccia di percosse, davanti ad un Robespierre allucinato.