Lettera Napoletana n. 150 - Agosto 2020
 
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Referendum: Meno parlamentari? Un falso problema

Referendum: Meno parlamentari? Un falso problema

«Approvate il testo della legge costituzionale concernente le modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero di parlamentari.

In Italia si voterà su questo quesito il 20 e 21 Settembre prossimi. Se i sì - come è largamente prevedibile - prevarranno (non è necessario un quorum, cioè un numero minimo di votanti) i deputati passeranno da 630 a 400 ed i senatori da 315 a 200. I parlamentari sono troppi? Probabilmente sì, però il problema non è la loro quantità ma la qualità della loro rappresentanza.

 
 
 
 
 

Referendum: Miguel Ayuso, così funziona la rappresentanza tradizionale

Referendum: Miguel Ayuso, così funziona la rappresentanza tradizionale

Come dovrebbe articolarsi una effettiva rappresentanza politica, e quali sono le differenze tra la rappresentanza delle democrazie liberali e quella tradizionale? Lettera Napoletana lo ha chiesto al prof. Miguel Ayuso, docente di Scienza politica e Diritto costituzionale alla Universidad Comillas di Madrid, già presidente dell’Unione Internazionale dei Giuristi Cattolici.

[...] Quando il potere viene esercitato da una assemblea rappresentativa (es. il parlamento italiano, n.d.r.), la rappresentanza da parte del potere e la rappresentanza di fronte al potere si sovrappongono e si confondono, e questo determina una confusione tra la rappresentanza ed il potere politico.

Se invece la società si rappresenta davanti al potere politico, si ha un Governo rappresentativo, che è tipico delle società organiche. Qui gli organismi rappresentativi collaborano con il potere nel Governo, o con forme di consultazione, o con una effettiva partecipazione al potere.

 
 
 
 
 

Storia: Garibaldi? Per il Regno di Sardegna era un latitante

Storia: Garibaldi? Per il Regno di Sardegna era un latitante

Garibaldi era stato condannato a morte dal Regno di Sardegna ed era ricercato dalla Polizia piemontese prima della svolta liberale dei #Savoia e della sua decisione di mettersi al loro servizio per l’invasione del Regno delle Due Sicilie. La sentenza di condanna a morte di Garibaldi, per la sua collaborazione al complotto mazziniano che prevedeva l’invasione della Savoia (3 febbraio 1834) fu firmata dal conte Rodolphe de Maistre, Comandante della Divisione militare di Genova, figlio del filosofo cattolico, ambasciatore del Regno di Sardegna a San Pietroburgo, Joseph de Maistre (1753-1821)

 
 
 
 
 

Due Sicilie: Per il Museo di Capodimonte l’Inno del Re era di un dilettante

Due Sicilie: Per il Museo di Capodimonte l’Inno del Re era di un dilettante

Chi compose l’Inno del Re, divenuto nel 1816 l’Inno del Regno delle Due Sicilie? Secondo l’autore di una sconcertante didascalia alla Mostra “Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica, organizzata dal Museo di Capodimonte di Napoli (21 Settembre 2019-20 Settembre 2020),non il musicista Giovanni Paisiello (1761-1837), maestro di Cappella di Re Ferdinando IV, ma un musicista dilettante, il barone siciliano Francesco Pisani. La didascalia, che si trova nella “Sala del potere” della Mostra, ci spiega che l’Inno del Re sarebbe stato “impropriamente” attribuito a Paisiello e che la sua composizione risalirebbe non al 1787 ma al 1799 (cioè, durante la repubblica giacobina e la resistenza alla rivoluzione francese).