(Lettera Napoletana) La spiegazione più comune è che Internet ha assestato un colpo mortale alla stampa italiana. Ma è una spiegazione superficiale. Negli Stati Uniti, principale mercato di riferimento per la diffusione di Internet, solo il 6%i lettori legge esclusivamente e-book (libri in formato digitale), ma il totale dei lettori di libri è il 74% della popolazione.

La verità è che la diffusione dei quotidiani (ma anche dei libri) in Italia parte da livelli più bassi della media europea, oltre che nord-americana, e da un’area di non lettori assoluti di quotidiani e di libri più ampia.

Una ricerca di due docenti di Scienze sociali e politiche dell’Università di Milano, Sergio Splendore e Luigi Curini, mette a fuoco un aspetto fondamentale della scarsa media credibility (credibilità dei mass-media agli occhi del pubblico) e della disaffezione verso la stampa: «La distribuzione ideologica dei giornalisti italiani – scrivono i due docenti – appare marcatamente posizionata più a sinistra rispetto a quella degli italiani in generale» (La Verità, 20.10.2016).

I ricercatori hanno analizzato ed incrociato i dati sugli orientamenti politici dei giornalisti italiani raccolti nell’ambito del World’s Journalism Study, una ricerca condotta tra il 2012 ed il 2015 in 66 Paesi su 27 mila giornalisti, dalla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera e li hanno incrociati con i sondaggi condotti da Eurobarometro, servizio della Commissione europea, attivato nel 1973, per l’analisi delle tendenze dell’opinione pubblica negli Stati dell’Ue e nei Paesi candidati.

«I dati sono comparabili – affermano i ricercatori – in quanto in entrambi i sondaggi viene somministrata la medesima domanda relativa all’autocollocazione ideologica dei rispondenti lungo una scala che va da destra a sinistra».

«Ne risulta – osserva Carlo Piano, su “La Verità” (20.10.2016) uno dei pochissimi quotidiani ad aver pubblicato i dati emersi dalla ricercauna discrepanza tra credenze politiche e ideologiche dei giornalisti rispetto ai loro lettori».

Lo scollamento tra l’orientamento di quella porzione del Paese legale che è l’ambiente dei mass-media con il Paese reale, è rappresentato da grafici.

Gli autori della ricerca si interrogano anche sulle conseguenze di quanto emerso : il cittadino avrà anche una minor fiducia nella stampa? La risposta è affermativa. «Sostanzialmente più di un italiano su due esprime un giudizio negativo al riguardo: negli ultimi 15 anni la media del livello di fiducia verso la stampa è stata del 43%, quattro punti in meno del dato europeo dello stesso periodo».

Tra i cittadini che non si collocano a sinistra il dato della fiducia nella stampa è appena al 30%, mentre tra coloro che sono vicini alla sinistra (quindi sulle stesse posizioni medie dei giornalisti) sale al 65%.

Dunque la fiducia aumenta con la prossimità ideologica del lettore. «I dati di Eurobarometroaffermano i due docenti dell’Università di Milano – ci mostrano che i lettori più assidui dei giornali sono anche quelli che hanno una posizione ideologica in media più prossima ai giornalisti».

Il cerchio si chiude: la stampa italiana – dimostra la ricerca – vende sempre meno per la sua caratterizzazione ideologica, che ne mina la credibilità, e vende in un ambito sempre più ristretto di lettori politicamente schierati. (LN105/16)